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  • Immagine del redattoreNicoletta Di Gaetano

Le mani che non lavorano

La tessitura a mano ai tempi del Coronavirus


In questi giorni quello che manca di più sono i suoni del lavoro manuale, l'isolamento che ha portato ognuno di noi a chiudersi nelle proprie abitazioni ci porta a ripensare alle proprie scelte professionali e di vita.

Mi manca il telaio, la libertà di creare dal nulla una nuova superficie, il prodigio della trasformazione dei fili in intrecci solidi e dalle molteplici funzionalità.

Non ho bisogno di corrente elettrica, ma solo di mettere in movimento le mani e la mente per modificarne il passo e l'andatura; il ritmo incessante trasforma e riempie la giornata e dona un reale senso di consapevolezza che gli oggetti non nascono dal nulla.

Troppi anni di produzioni illimitate, di vacuità simbolica e funzionale, di svilimento economico del "fare" ci hanno portato a non comprendere più il valore dei singoli oggetti e al tempo necessario per pensarli e realizzarli.


In these days what is missing most are the sounds of manual work, the isolation that has led each of us to lock ourselves in our own homes leads us to rethink our professional and life choices. I miss the loom, the freedom to create a new surface from nothing, the prodigy of transforming threads into solid weaves with multiple functions. I don't need electricity, I just need to put my hands and mind in motion to change my pace and gait; the incessant rhythm transforms and fills the day and gives a real sense of awareness that objects are not born from nothing. Too many years of unlimited production, of symbolic and functional emptiness, of economic debasement of "making" have led us to no longer understand the value of individual objects and the time needed to think of them and realize them.



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